Nel cuore le cose
non finiscono mai.
Michael Connelly,
nato 21 luglio 1956, giornalista e scrittore.
Pranzo: bar La Dolce Vita, Pievepelago (link).
Itinerario: sulla strada che porta dalla SS12, nei pressi dell’Abetone, all’Orto Botanico Forestale, parcheggiamo in corrispondenza dell’entrata dello stesso.
Il percorso che abbiamo scelto oggi parte dall’interno dell’Orto (1300 m). Ci aspettiamo di trovarlo segnato e pulito, invece così non è. Per chi si affida ormai, pigramente, alla sola tecnologia è consigliabile scaricarsi le mappe sul telefono mobile finché c’è segnale… se no bisogna rassegnarsi ad andare un pochino a tentoni, almeno fino a quando non si torna su sentieri ben tracciati. Questo ci succede oggi. Il sentiero è trascurato e coperto da alberi caduti a causa degli eventi naturali degli ultimi anni.
Attraversiamo le Cascate Del Doccione (da non confondere con le omonime al confine tra le province di Modena e Bologna) che non dovrebbero essere male ma l’acqua, in queste torride giornate, è quasi un ricordo. Proseguiamo poi per quasi 2 chilometri con l’incerta bussola puntata verso il sentiero 02 tra bonarie prese in giro, qualche screzio superficiale e qualche piccola imprecazione. Fortuna che il dislivello è quasi irrilevante.
Imbocchiamo, finalmente, a destra, il sentiero 02 e vi restiamo per un ulteriore chilometro ancora pianeggiante prima di incontrare, ancora sulla destra, il sentiero 01.
Il sentiero, in realtà, è una bella carrareccia che si inerpica decisamente fino al Monte Poggione (1771 m). La salita concentrata in pochi chilometri e il caldo porco (ogni tanto qualche tecnicismo è doveroso) ci mettono a dura prova.
A conferma del caldo, ci colpisce il perdurante ed insolito, almeno per queste altezze, frinire delle cicale. Il panorama non sarebbe poi così male, ma una nebbiolina da calura quasi padana ci impedisce di vedere il Mar Tirreno e ci attenua la vista sulla Garfagnana, sulle Alpi Apuane e sulle principali cime del Frignano. Ci accorgiamo anche che gran parte del percorso odierno rappresenta il confine apparentemente invalicabile (inequivocabili gli innumerevoli sgargianti segnali) della Riserva Naturale Campolino.
Il sentiero 500 ci porta fino alla Foce Di Campolino (1785 m). Qui le possibilità sono innumerevoli: proseguire verso l’Alpe Tre Potenze (così chiamato in quanto punto di confine tra il Granducato di Toscana, il Ducato di Modena ed il Ducato di Lucca), verso il Lago Nero, verso l’Orrido Di Botri, oppure verso la valle del Torrente Sestaione, da dove siamo arrivati. Anche qui le possibilità per scendere sono tante. Noi scegliamo la via più breve che, in pratica, utilizza per ampi tratti quello che resta delle vecchie piste di sci alpino ormai dismesse da qualche decennio.
Distanza totale 9.40 km, dislivello 640 m, tempo impiegato 4 h 50 m.
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