Nulla è difficile per chi ama.
[Nihil difficile amanti puto]Marco Tullio Cicerone,
morto 7 dicembre 43 A.C., politico, scrittore, oratore e filosofo.
Pranzo: ristorante Colò, Dogana Nuova, Fiumalbo (link).
Itinerario: ormai è chiaro, noi veniamo a parcheggiare nel borgo di Bellagamba (1299 m) solo per il piacere di chiedere il permesso di lasciare l’auto nell’aia a Rita, ultima rappresentate della vera donna di montagna, nonché padrona assoluta del borgo stesso e della capanna celtica adibita a fienile. Permesso accordato, anche oggi, con tanto di raccomandazione a prestare attenzione al ghiaccio… chi l’avrebbe mai detto, anche Nostra Signora di Bellagamba ha un cuore…
Prendiamo il sentiero 495, oggi innevato e ancora non violato da esseri umani. Esso si snoda parallelamente alla serra che unisce il Monte Cimone con il crinale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Serra che comprende la cima del Monte Lagoni (1962 m) e che termina con le due cime, Monte Rotondo (1937 m) e Monte Belvedere (1896 m), che compongono il monte Libro Aperto. La stessa serra divide anche le due vallate principali del Frignano: la vallata dello Scoltenna e la vallata del Leo prima che, unendosi, diventino Panàro. Dalla parte opposta possiamo ammirare la splendida vista sull’Appennino Reggiano e sul Monte Cusna. Raggiungiamo la Foce delle Verginette, a circa 1500 m, e proseguiamo, a sinistra, sullo stesso sentiero 495. Un segnale ci dice passeremo per il Lago Della Risaia ma che, per l’ennesima volta, non vedremo e quindi siamo ormai convinti non esista… Arriviamo a circa 1700 m ma le condizioni di neve e ghiaccio non sono più affrontabili per la nostra attrezzatura odierna per cui decidiamo di tornare indietro, ripercorrendo esattamente lo stesso percorso dell’andata.
Distanza totale 7.20 km, dislivello 424 m, tempo impiegato 3 h 10 m








































